Nel recente passato l’estrazione dei denti del giudizio (ottavi) era una pratica molto frequente supportata dal fatto che questi denti rappresentavano la causa di numerosi problemi, tra cui il l’affollamento degli incisivi anteriori.
Molti odontoiatri, basandosi su questa teoria, procedevano all’estrazione o alla germectomia in età infantile degli ottavi, anche in assenza di segni e sintomi.

Numerosi e recenti studi in materia, hanno dimostrato che i denti del giudizio non sono causa di affollamento dentario e, quindi, risulta ingiustificata l’estrazione per soli scopi ortodontici.

Quando un dente del giudizio non emerge in arcata, ma rimane sommerso nell’osso e nella gengiva si parla di dente “incluso”.
Nei casi in cui questi elementi non siano a contatto con l’ambiente esterno (in questo caso coi liquidi della cavità orale) e non provochino alterazioni alle strutture vicine (come, ad esempio, a carico della radice del molare che lo precede), l’estrazione non è necessaria.

L’avulsione è invece vivamente consigliata quando per diversi problematiche questi denti incontrano degli ostacoli alla loro eruzione e rimangano PARZIALMENTE inclusi nell’osso e/o nella mucosa. Ciò comporta un’esposizione ai liquidi biologici della cavità orale e la gengiva che li ricopre consente un ristagno di placca batterica e, di conseguenza, aumenta notevolmente il rischio che questi elementi vadano incontro a carie.

Inoltre, come accennato in precedenza, l’eccessiva inclinazione dei denti del giudizio potrebbe compromettere la stabilità del 2° molare in quanto potrebbe comportare una rizolisi (riassorbimento della radice).
Questa situazione si verifica prevalentemente dopo i vent’anni di età, in coincidenza con il periodo di eruzione di questi denti; per tale motivo anche in assenza di sintomi principali, è consigliabile eseguire una radiografia panoramica delle arcate dentarie in cui è possibile individuare ed, eventualmente, intercettare precocemente tali complicanze.